Quaquaraquà

No, non se ne può più! Passare ogni sacrosanta giornata circondati da costoro è insopportabile. Sapere che esistono o vederli da lontano, magari in televisione, sarebbe già tanto. Averci a che fare costantemente sul lavoro, diventa troppo! Non mi consola, almeno per il momento, l’aver già accomodato una seggiola sulla riva del fiume, in attesa che inizino a passare gli inevitabili cadaveri…

[…] ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono coe i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha pià senso e più espressione di quella delle anatre. […]

da “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia

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