Di’ il mio nome

Avete mai provato l’irrefrenabile voglia di mandare a quel paese il vostro capo?
Avete mai sentito un incontrollabile prurito alle mani cercando qualcuno da picchiare?
Avete mai avvertito il bisogno di vomitare pensando alla vostra vita che scorre via grigia e senza scopo?

Mattino…mi lavo, mi vesto, camicia, cravatta
Lavoro…scartoffie da firmare, mani da stringere, fotocopie da fare, cartellino, caffè, inchiostro, computer, fax
Casa…poltrona, guardaroba, auto, scatolette, TV, pubblicità , moda
Vita…sbarre, canoni, routine, gabbia, schemi, insonnia, prigione, noia, stress
Se solo potessi essere diverso…se solo fossi libero di fare e dire quel che voglio…se solo potessi far esplodere la mia casa da campionario Ikea, bruciare le mie cravatte Giorgio Armani, le mie camicie Calvin Klein, la mia vita di burattino…
Lo farei…
Saboterei il sistema, infilerei fotogrammi pornografici nei film per bambini, piscerei nel brodo che servo nel ristorante più “in” della città , farei sapone col grasso delle liposuzioni, manderei in pezzi i grattacieli delle Carte di Credito. Creerei il caos in questo mondo che non si ferma mai davanti a niente, che corre veloce sulle ali del denaro, del consumismo, dell’ipocrisia, della vanità .
Ma sono pensieri che la mia mente malata partorisce senza dirmi niente, tenendomi allo scuro della mia abominevole paternità , tenendo tutti i miei folli desideri lontano dalla mia percezione quotidiana, rinchiusi nel subconscio più recondito.
Ma ecco entrare nella mia vita Tyler Durden, un uomo strano, alto, bello, biondo, intelligente, fuori da ogni schema e che scopa da Dio…tutto ciò che non sono io. E la mia casa, come d’incanto, salta in aria, i miei preziosi ninnoli vanno in pezzi come il resto della mia vita.
Il piano comincia a prendere forma, il limite è oltrepassato, il maledetto dado è tratto già  da un pezzo, la mia insonnia sparisce a botta di cazzotti nello scantinato di un locale da quattro soldi.
Io e Tyler diventiamo inseparabili, fondiamo il Fight Club, circolo per soli uomini che fuggono dalle catene di un mondo piatto e grigio. Pugni, sangue, sfogo, ribellione, rivoluzione. Gli ormoni esultano, la vita prende forma sotto i colpi duri dell’avversario che però è amico, camerata, complice. I Fight Club si moltiplicano, il nostro esercito personale cresce, i sabotaggi al sistema si fanno sempre più cruenti, le paure svaniscono.
Ma la morte di un amico mi riporta alla realtà , mi sveglia dal sogno-non-sogno di un’insonnia mai passata. Cerco Tyler ma è sparito. Lo cerco in tutto il Paese, viaggio dopo viaggio, aeroporto dopo aeroporto, senza valigia ma col deja-vu che mi accompagna ovunque io vada…
…ma perchè mi conoscono tutti…perchè in un bar di Los Angeles mi chiamano Signore?
Perchè in una bettola di Chicago mi fanno l’occhiolino…e cosa diavolo è il progetto Meyem?
E dove è finito Tyler? Perchè questo strippato del cazzo di un barista mi chiama Signor Durden?
Io non mi chiamo Tyler Durden…Tyler Durden è alto, bello, biondo, intelligente, fuori da ogni schema e scopa da Dio…io mi chiamo…come mi chiamo io? Io sono…chi diavolo sono io?…mi fa male la testa, mi scoppia il cervello…chiamo Marla…la donna di Tyler…
“Marla, abbiamo mai scopato?”
“Ma sei impazzito?!? Certo che lo abbiamo fatto!”
“Di’ il mio nome…”
“Tyler Durden…Tyler Durden…psicopatico schizzato del cazzo!”

ALLACCIATEVI LE CINTURE DI SICUREZZA…ABBIAMO APPENA PERSO PRESSIONE IN CABINA…

tratto da “Fight Club” di David Fincher, USA 1999

http://www.ciao.it/Fight_Club__Opinione_327407
trascritto da Cantona

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